Il dibattito: Comunicazione orale o manuale?
L’insegnamento della lingua ai bambini con impedimenti uditivi e non verbali è un argomento di notevole controversia. Da un lato, c’è la speranza che, una volta appresa la lingua, il bambino sia in grado di comunicare oralmente. Dall’altro, l’obiettivo potrebbe essere di permettere al bambino di comunicare attraverso metodi manuali, come la lingua dei segni.

Mentre molti potrebbero pensare che il fine ultimo debba essere un bambino in grado di parlare, certi gruppi di adulti sordi sostengono fortemente il contrario. Per loro, l’assimilazione nella cultura dei normoudenti non è un obiettivo da perseguire a tutti i costi. Questi ultimi affermano che non è necessario imparare una lingua parlata solo per adottare i tratti culturali delle persone udenti.
Metodi per facilitare l’apprendimento della lingua in bambini non verbali
In relazione a questa affermazione, esistono vari metodi per facilitare l’apprendimento della lingua in questi bambini. Alcuni dei più noti includono:
- Lingua dei Segni Italiana (LIS): Un metodo di comunicazione visiva che utilizza segni propri all’Italia. La LIS è considerata una lingua a sé stante e gode di riconoscimento ufficiale in alcuni contesti.
- Italiano Segnato: Include tutti i sistemi di comunicazione che impiegano segni, ditate o gesti, mantenendo l’ordine delle parole e la struttura sintattica dell’italiano.
Altri Metodi di Comunicazione
- Fingerspelling Italiano: Utilizza posizioni diverse delle dita per rappresentare le lettere dell’alfabeto italiano. Questo è utilizzato meno frequentemente rispetto ad altre forme di comunicazione in LIS.
- Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA): Si tratta di metodi che possono includere l’uso di immagini, simboli e altre forme di comunicazione non verbale per facilitare l’interazione.
- Lettura Labiale: Un supplemento alla comunicazione che si basa sulla comprensione del movimento delle labbra del parlante.
La Terapia Audio-Verbale: un altro punto di vista
D’altra parte, un gran numero di persone sostiene che la lingua dovrebbe essere insegnata in modo che gli individui non verbali possano effettivamente pronunciare le proprie espressioni. Uno dei metodi più noti per sviluppare il linguaggio parlato in bambini non verbali è la Terapia Audio-Verbale.
Questo approccio si concentra sull’uso dell’udito residuo del bambino, con l’obiettivo di integrarlo pienamente nella sua personalità e nel contesto sociale udente. L’idea è di preparare il bambino per l’integrazione in un ambiente educativo normale in futuro.
In conclusione, sia che si opti per un approccio manuale sia che si scelga la terapia audio-verbale, è fondamentale mantenere una comunicazione aperta e adattabile alle esigenze specifiche di ogni bambino.